A proposito di IK3HIA  
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Tube 807 - beam power tetrode Rx Barlow-Wadley XCR30 Mk2 - 0,5-30 MHz AM-SSB My station in 1988 Operating contest VHF from M.te Corno JN55ST in 1989
The IK3HIA shack in 1994 My home made magnetic loop antenna for 20 m band.

My station in 1997 

Civil Protection Activities in 1997 

 

  La mia avventura con la radio è iniziata molto presto perché avevo appena compiuto tredici anni quando una domenica pomeriggio mio padre mi accompagnò a far visita a Raimondo, un suo ex commilitone che era un appassionato radioamatore e che all'epoca (fine anni '50) operava con il nominativo I1TI.

Mi ricordo una lunga stanza con un altrettanto lungo bancone sovraccarico di meravigliose apparecchiature, tutte corredate di innumerevoli manopole, quadranti e strumenti tutti illuminati da lucine.  Raimondo ci mostrò il suo laboratorio spiegando che quella era la sua stazione radio, poi sintonizzò un ricevitore e ci fece ascoltare le voci di altri radioamatori che stavano parlando in quel momento.

L'uomo accese un altro apparato, fece uscire dall'altoparlante del ricevitore dei fischi mentre smanettava sul trasmettitore, attese un momento di pausa nel chiacchiericcio e parlò a sua volta in un microfono effettuando un collegamento con un collega scambiando informazioni e saluti in un linguaggio strano con tante sigle che inziavano per Q
.


Devo aver avuto sul viso un'espressione particolare perché appena terminato il collegamento il radioamatore mi fissò e mi chiese a cosa stavo pensando. Io riuscii a vincere la timidezza e come risposta domandai a mia volta se anch'io avrei potuto arrivare a compiere una magia simile.

Raimondo sorrise e mi assicurò che quella non era assolutamente una magia, mi disse che per riuscire a parlare con persone lontane bisognava imparare alcune nozioni basilari, costruire un semplice trasmettitore, modificare un po' una radio domestica per ricevere i loro deboli segnali e installare un filo come antenna.

Mentre parlava l'uomo rovistò in un cassetto e mi mise in mano un oggetto fatto in vetro e di bachelite: <<Ecco, con questa potrai costruirti un trasmettitore. Attento però a non farla cadere!...>>. Era una valvola 807, un tetrodo di potenza a fascio della RCA con lo zoccolo a cinque piedini e la placca collegata a un elettrodo sulla cima dell'involucro di vetro.

All'epoca solo pochi ricchi eletti potevano permettersi di acquistare le apparecchiature radioamatoriali, quasi tutti i radioamatori si auto costruivano gli apparati. Mio padre era un orologiaio, un bravo artigiano e si rese subito conto del vivo interesse che la visita di quella domenica aveva suscitato nel suo allampanato figliolo tredicenne.

Il mio genitore conosceva altri due appassionati radioamatori, Ennio e  Danilo soprannominato "Pipa" perchè fumava continuamente la sua pipa, e fu seguendo gli insegnamenti, gli schemi e i consigli forniti dai due che alcuni mesi dopo iniziai a concretizzare il mio sogno. Come suggeritomi, da un rottamaio mi ero procurato un paio di vecchie radio dalle quali oltre a qualche valvola e lo chassis potei recuperare un trasformatore d'alimentazione, due condensatori variabili, vari zoccoli, bobine e molti altri componenti. Il filo di rame rigido da 2 mm per la bobina dello stadio finale lo acquistai dal ferramenta e uno dei radioamatori mi regalò un vecchio e grosso microfono piezoelettrico.

Con l'aiuto di mio padre, di Ennio e di Danilo, dopo parecchio lavoro fatto senza trascurare gli impegni scolastici, e dopo aver installato una semplice antenna filare a L sul tetto, potei accordare il trasmettitore con la 807 sui 7 MHz, far brillare la lampadina da 6,3 volt saldata a una spira di filo di rame isolato infilata tra le spire della bobina di placca della 807 e far uscire un fischio assordante dall'altoparlante del ricevitore casalingo Phonola che avevo sintonizzato sulle Onde Corte, gamma 40 metri, dove stavano chiacchierando dei radioamatori.

Tolta la spira spia abbassai il volume del ricevitore e rimisi in trasmissione il TX sui 40 metri facendo chiamata con il nominativo I1TG come mi era stato suggerito da Danilo. Terminato di chiamare alzai rapidamente il volume del ricevitore e dopo una breve pausa sentii una voce cupa e severa che rispondeva: <<Tu non sei Renato, io lo conosco bene e la tua voce è troppo giovane! Chi sei?>>. Spaventato per essere stato subito colto in fallo mi affrettai a spegnere il tutto, ma in sostanza avevo appena appurato che il mio trasmettitore funzionava. Era il 1961 e quello era stato il mio primo collegamento radio.

A quel primo tentativo di collegamento ne seguirono degli altri, durante i quali non fui più rimproverato perché, come mi era stato saggiamente suggerito, usavo la formula "secondo operatore di I1...". Comunque la passione per la radio non mi abbandonò mai, condizionò tutta la mia vita perché in seguito mi diplomai in radiotecnica e fu grazie agli studi fatti che a fine anni '60 trovai lavoro nell'allora emergente industria informatica e nella trasmissione dati, ma questa è tutta un'altra storia.

IK3HIA © 2004
Prima stazione radio 1961:
Rx: Radio Phonola 599R.
TX: Trasmettitore in fonia AM autocostruito con le valvole 6J5G, 6J7G, 6V6, 807 e una 5Y3. Il condensatore di accordo dello stadio volano RF era il condensatore variabile di un Rx casalingo rottamato al quale avevo tolto una lamina si e una no dallo statore e dal rotore.
Antenna: una L rovesciata stesa sul tetto, realizzata con isolatori in ceramica e dieci metri di filo da impianti elettrici. Il filo di discesa dell'antenna era pure lungo 10 metri e attraversava la finestra (chiusa) della mia cameretta attraverso un condensatore (passante) realizzato con due fogli di carta stagnola da 50 x 50 cm incollati sulle superfici del vetro. La presa di massa era un lungo spezzone di filo di rame ben attorcigliato sul rubinetto dell'acqua della cucina.
Stazione radio ~ anni '60-70':
Rx: Telaio di una vecchia radio Magnadyne SV45 al quale avevo aggiunto un doppio condensatore ad aria da 50 pF come allargatore di banda. L'occhio magico fungeva da S-Meter.
Tx: Geloso G-210, microfono GBC piezoelettrico.
Antenna: Dipolo a V invertita homemade che aveva sostituito la vecchia L e la discesa avveniva tramite cavo coassiale TV da 75 Ohm.
Con questa stazione sono riuscito a compiere parecchi collegamenti, purtroppo potevo trasmettere saltuariamente e solo durante il pomeriggio perché i vicini si erano lamentati per le voci strane che uscivano dalle radio e per le righe che vedevano sullo schermo delle loro TV.
Nel 1973 la vecchia Magnadyne venne sostituita da un Barlow Wadley XCR-30 che usavo con la sua antennina verticale perché se lo collegavo al dipolo il ricevitore intermodulava.
Stazione radio ~ anni '80-'90:
Apparati HF: Yaesu FT-77; Icom IC-735.
Apparati VHF: Icom IC-202S, Icom IC32, Yaesu FT-4700RH; Kenwood TS-790E (VHF, UHF e SHF);
Ricevitori: Barlow Wadley XCR30, Yaesu FRG7 (HF); Yaesu FRG9600 (VHF e superiori).
Antenne: Dipolo 20-40 m homemade, Verticale Hi-Gain 14AVQ (HF); Fracarro (VHF 5 elementi con modifica balun); Shark (UHF 25 elementi); Tonna 55 elementi (SHF) - Rotori: Kempro, Yaesu e Hi-Gain.
Dopo molti cambiamenti e apparati susseguitisi negli anni questa è la mia stazione radio attuale:
Apparati HF: Icom IC-735, Icom IC-751.
Apparati VHF ecc: Icom IC-202S (VHF SSB CW); Kenwood TM-733E (VHF FM).
Ricevitori: Telefunken E863 kW/2, Barlow Wadley XCR30, IC-R71 (HF); Icom IC-R8500 (HF, VHF e superiori).
Antenne: Dipolo ECO - 40 - 80 m. (HF); Antenna Loop MLA-30 (HF solo Rx); Verticale Diamond X7000; Discone CTE Full Band (VHF e superiori).
Cartolina QSL:
click to enlarge La bella villa visibile sulla mia QSL è la famosa "Villa Capra detta la Rotonda" che è situata nelle immediate vicinanze di Vicenza sulle pendici del colle Monte Berico che domina la città. La villa fu edificata nel 1570 dall'architetto Andrea Palladio. Questo famoso architetto veneto del 1500 realizzò molte altre ville a Vicenza, tanto che la città è chiamata "La città del Palladio".
   
Sono iscritto all A.R.I dal 1987.
 
IK3HIA Diplomas Diplomi conseguiti da IK3HIA

 

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